giovedì 15 novembre 2018

Via del grillo brontolone, con gli ultimi aggiornamenti: Ceraino sx idro

Via del Grillo brontolone


di Bosaro Andrea (solitaria dal basso) nell'estate 2018
Difficoltà: 5c, un passaggio, in generale dal 4a al 5a
Dislivello: 100m circa
Sviluppo: 115m circa
Esposizione: ovest e nord
Roccia: discreta, a tratti delicata e polverosa
Materiale necessario: 10 rinvii, cordini
Attrezzatura: la via è attrezzata con protezioni fix da 8mm lungo i tiri, e fix da 10mm alle soste.


E' con piacere che presento questa nuova via, lavoro di questa ultima estate.
La via è stata pensata per realizzare una via facile, una via per "grilli" (la mia compagna, sperando possa essere per lei un terreno didattico), di semplice accesso e con la possibilità di raggruppare un po tutti gli stili di arrampicata (diedro, fessura, placca, traversi, camini, ecc.) e credo, in parte, di esserci riuscito.
La via non segue una linea verticale, ma si adatta alle linee della parete, cercando i tratti più facili.
Come vedrete poi dallo schizzo, la via segue diedri, tratti appoggiati dove si deve anche fare qualche passo camminando, brevi placche, traversi e colatoi. La roccia è varia, a tratti solida, altre volte un po' delicata, altre ancora polverosa, il tempo e le ripetizioni, forse, la renderanno più gradevole. Per ora rimane ancora un po' sporca, quindi è da percorrere con attenzione.
La linea è po' discontinua, ma permette di conoscere un anfratto della parete che mai dalla base direste che esiste. A volte tortuosa, entrando nella parete e tratti dove il sole non tocca mai la roccia.

La via presenta 5 tiri di lunghezze variabili, mai sopra i 30 metri, per un dislivello totale di circa un centinaio di metri.
Difficoltà massima ed obbligatoria di 5c (un breve tratto), in generale dal 4a al 5a.
La roccia, a tratti è delicata, è stata ripulita da sassi e terra, ma presenta ancora alcuni punti instabili ed altri un po' polverosi (non mi stancherò mai di ripeterlo), ma come ho detto prima, la linea della via entra un po' all'interno della parete ed un enorme strapiombo la pone al riparo dalle piogge.
Ma il resto lo lascio scoprire a voi eventuali ripetitori.

La discesa, proprio per la sua linea tortuosa, non è percorribile in corda doppia. La discesa in corda doppia è possibile solo fino alla seconda sosta. Dalla sosta S3, si deve per forza uscire sulla cengia in prossimità della fine della parete e da questa utilizzare una linea di discesa seguendo a ritroso la via Deja vù (io consiglio questa perché è la più lineare e quindi la più facile da seguire).

Quindi veniamo alla via.

Accesso e attacco:
come le altre vie della parete, parcheggiare l'auto in prossimità del piccolo parcheggio che si incontra poco prima di raggiungere la Chiusa di Ceraino (provenendo da sud).
Si prosegue a piedi seguendo un sentierino che costeggia le reti paramassi recentemente installate fino alla base della parete. Superare un breve salto roccioso aiutato da scalini metallici e una corda. Ancora per sentiero rimanendo sempre vicini alla parete. Si supera una strettoia fra la roccia e l'inizio della galleria ex ferrovia. Seguire sempre la traccetta verso sud, superando gli attacchi delle varie vie, fino a portarsi alla fine della cengia. Da questa, grazie ad un corrimano in catena, si scende un metro e si percorre l'esile cengia fino al suo termine. Seguire sempre i corrimano fino ad un'esile cengia in prossimità di un enorme catino/colatoio. Nome alla base dell'attacco.


Descrizione:

  • L1: salire per roccette rotte, seguendo gli spit e i minori punti di difficoltà, puntando ad un evidente diedro, che lo si percorre fino al suo termine. Attenzione roccia delicata. Sosta a spit su cengia, S1. 5a, 30m. (protezioni a spit e qualche cordino su albero)
  • L2: si prosegue diritti per rocce appoggiate, una breve cengia e poi un'altra facile placchetta appoggiata permette di raggiungere S2, sosta a spit alla base di una parete verticale vicino ad un albero. Roccia polverosa. II/III, 15m. (protezioni a spit). Nb: da S3 non è più possibile calarsi in corda doppia.
  • L3: rimontare il breve salto roccioso obliquando verso sinistra. Si prosegue a sinistra seguendo un traverso che inizialmente tende un po' a salire e poi un po' a scendere (attenzione non seguire la linea di spit a destra, tentativo di salita per ora work in progress). Portarsi alla base di un evidente canale colatoio che lo si segue fino al suo termine. S3, sosta su spit con cordone al riparo in una grotta. (Protezioni a spit, chiodo, cordini in clessidra). Roccia polverosa. 4c, 25m.
  • L4: attraversare a sinistra per un paio di metri. Per roccia inizialmente verticale, salire una la bella parete ben appigliata (attenzione ad un pilastrino in linea con la via di cui devo ancora accertarmi la completa sicurezza), che poi si apre a colatoio. Roccia delicata. Seguire il colatoio fino al suo termine e poi a sinistra seguendo dei cordini indicatori su alberi, fino alla sosta S4 su albero con cordone. 5c, 25m. (protezioni a spit, cordini su albero)
  • L5: ancora a sinistra un po' in obliquo per facili roccette, fino ad una zona piana. Si continua in salita sulla facile rampa obliqua verso sinistra fino a raggiungere la cengia sommitale, che la si segue verso nord per una decina di metri verso un grande albero al centro della cengia (qualche ometto). S5 ed ultima sosta della via, in comune con l'uscita della via Deja vù. 

Discesa:
Da cui, con tre calate (35, 30 e 35 metri) si raggiunge la base della parete con corda da 70 metri.


Il primo tiro in diedro.

La parete dal basso,
con l'aggettante strapiombo sulla destra

La sosta al secondo tiro.

Terzo tiro prima del traverso.

Il quarto tiro, con il passaggio chiave.

Con l'occasione, pubblico anche l'aggiornamento delle vie alla data attuale (fine 2018).
In quest'ultimo anno sono state create tre nuove vie: due monotiri (via Scorpio e via Not so easy) e la via multi-pich sopra descritta via del Grillo brontolone.
È stata creata la variante diretta in uscita alla via Deja vu. Un po' più difficile rispetto all'uscita originale ma su roccia di miglior qualità.
Inoltre è stato sistemato il sentiero di accesso delle vie con corrimano e passarelle in legno, lavori che continueranno in futuro.

Schizzo aggiornamento a fine 2018 del Settore dell'Orso, Ceraino sx idrografica


Per ulteriori informazioni non esitate a contattarmi.

Si  ricorda  inoltre  che  l'arrampicata,  anche  se  praticata  in  un  sito  sportivo  ben  attrezzato,  comporta  sempre  un  certo  rischio. 
CHI  VI  SI  DEDICA  LO  FA  SOTTO  LA  PROPRIA  RESPONSABILITA' 
Ricordate  che  il  materiale  in  parete  non  è  eterno,  ma  soggetto  ad  usura  dovuta  all'invecchiamento  ed  alla  frequentazione.

Grazie
Andrea

lunedì 16 luglio 2018

Valle Orco Climbing

Da diverso tempo meditavo un uscita in Valle Orco, un "Yosemite" italiano come la Val di Mello.
Quest'anno l'occasione è arrivata e io l'ho presa al volo.

Come prima cosa devo dire che, partendo da Verona, la strada per arrivarci non è poi cosi tanto lunga come credevo, circa 330 km, poco più di 4 ore di viaggio. Quindi poco più che distante che andare sulle classiche Dolomiti trentine. Ovvio sempre un bel viaggio, ma se si ha a disposizione 3-4 giorni, un pensierino lo si può fare tranquillamente.

Come primo impatto in Valle Orco, o come più propriamente si chiama Valle Locana, è molto piacevole. Molto lussureggiante, con boschi di castani in bassa quota e più ci si innalza, i castani lasciano posto a pini e larici.

Le roccie sono il classico gneiss, inizialmente anche qualche infiltrazione di serpentino, ma salendo lo gneiss presenta sempre più infiltrazioni tipicamente granitiche, stile Monte Bianco, e i cristalli tendono ad aumentare di volume.
Da Noasca in su fino a dopo Ceresole Reale, troviamo le strutture più interessanti: la Torre di Aimonin, il Sergent ed il Caporal, più altre strutture minori meno famose ma non meno divertenti.

Innanzitutto devo dire che in Valle Orco di arrampicate facili ce ne sono veramente molte poche, la più abbordabile è sicuramente la Piramide appena prima dell'ingresso alla galleria di Ceresole, le arrampicate classiche presentano spesso difficoltà obbligatorie di VI grado e quasi sempre da proteggere con nut o friend. Sulle vie classiche gli spit come protezioni intermedie, dimenticateveli!!! Se vi va bene trovate le soste spittate, dico se vi va bene, perché in valle c'è qualche "buontempone" che si diverte a schiodare le vie, quindi non sorprendetevi se su una via spittata trovate piastrine smartellate o assenti.
Comunque non preoccupatevi, con nut o friend ci si protegge piuttosto bene e le fessure sono spesso generose!!!

In breve, facendola breve, è stata una settimana molto bella ed istruttiva.
In questa valle fai i conti con quello che effettivamente vali, senza sconti ed imbrogli.
Quando riesci a salire in libera bene, in caso contrario devi "inventarti" in come salire e qui, secondo me, ogni stratagemma vale, purché la progressione avvenga in sicurezza.

Di seguito espongo un po' di foto, a caso, fatte su varie vie, da monotiri a più tiri.

Buona visione a tutti.

https://youtu.be/P2lOCkZVBJM














lunedì 28 maggio 2018

Via Deja Vu, Ceraino sx idro

Via Deja Vu

Difficoltà: 5c/6a+ (obbligatorio 6a)
Dislivello: 90 m (circa)
Sviluppo: 100 m (circa)
Protezioni a fix da 8mm, soste a fix da 10mm.
Per una ripetizione basta una corda intera da 60 metri, una dozzina di rinvii, friend medio piccoli non indispensabili ma utili soprattutto nella fessura del terzo tiro (misure: dal 0,5 al 2 BD), qualche cordino e caschetto sulla testa.
Esposizione: sud ovest.
Periodi consigliati: primavera ed autunno. Durante l'inverno, nelle ore centrali della giornata.
Durante l'estate, al mattino, è all'ombra.
Evitare di percorrere la via dopo piogge o temporali.

È già da alcuni anni che sto dedicando le mie attenzioni a questa parete. Parete, ingiustamente trascurata dai climber veronesi e non!!!
Incastonata tra i settori Eldorado e la Prua alla Chiusa di Ceraino sinistra idrografica.

L'ultima via nata è Dèjá Vu. 
Via multipitch facile e divertente su roccia buona ed a tratti ottima qualche tratto ancora un po sporco di vegetazione nei tiri più facili.
Probabilmente questa via è la più semplice realizzazione dell'intero settore Ceraino sx idrografica.



L'itinerario che propongo, è stato di sicuro interesse da parte anche di altri arrampicatori in passato, visto che nella prima metà della parete ho trovato un chiodo (a 10 metri da terra) ed una sosta a metà parete, la restante metà superiore, invece, "pulita", quindi presumo che i salitori si fossero fermati alla sosta sopra indicata. 
Quindi non ho l'ambizione di dire che ho scoperto una nuova linea, perlomeno non completamente, ma sicuramente posso dire di averla valorizzata, riattrezzandola con spirito sportivo.

La linea segue una linea logica di rampe, cenge, fessure, diedri e placche compatte a buchi.
Attenzione nei tratti più facili,  nonostante la pulizia, sono ancora un po' sporchi da vegetazione e pietre instabili. Massima prudenza!!!
Chi affronta la via, deve seguirla con spirito un po' "alpinistico", perchè le protezioni intermedie sono tutte a fix da 8 mm, anche se abbastanza ravvicinati.
Per integrare si può portare qualche friend medio piccolo ( da 0,5 a 2 BD)  soprattutto per la fessura del terzo tiri. Non indispensabili, ma permettono di salire con piu tranquillità.

La via Dèjá Vu presenta uno sviluppo di circa un centinaio di metri ed oppone difficoltà massime di 6a+ (un breve tratto nel primo tiro). Altri passaggi impegnativi sono la fessura del terzo tiro e un breve muretto alla fine del quarto tiro al termine della via. Obbligatorio 6a.

La salita si trova circa 10 metri a destra (sud) della via la tana dell'orso, aperta sempre dal sottoscritto nel 2017.
http://orsettoclimber.blogspot.it/2017/03/via-nella-tana-dell-ceraino-sx-idro.html?m=1

La via è stata attrezzata dal basso ed in solitaria, in più riprese, fra l'autunno 2017 e la primavera del 2018.


Accesso: da Domegliara proseguire in direzione nord per alcuni kilometri.
Parcheggiare l'auto in un piccolo spiazzo sulla destra 100 metri prima del ristorante la Chiusa di Ceraino.
Prendere la traccia di sentiero che porta verso la parete rocciosa.
Proseguire in direzione sud rimanendo vicino alla parete. Superare un piccolo risalto roccioso (cordino e pioli aiutano a superarlo).  Seguire la parete rocciosa sempre verso sud. Superare gli attacchi delle via Explore e la via nella tana dell'orso. Nome alla base in corrispondenza di un albero con grosso cordone. (5/10 minuti).

Descrizione:
L1: salire una rampa ascendente da sinistra verso destra e poi diritti per placca a buchetti fino ad una nicchia/camino. S1, 20m, 4b e 6a+ (tratto).
L2: uscire dalla nicchia/camino sulla destra e salire lungo un diedro. Si continua su rocce rotte e per finire attraversare a sinistra sulla cengia. Fino alla base di una placca solcata da una fessura. S2, 25m, 5b.
L3: salire la bella fessura fino al suo termine. Attraversare a destra (esposto) e salire sul pilastrino. Diritti e poi a sinistra per una cengetta. Poi ancora diritti fino alla sosta in corrispondenza di alcuni alberi. S3, 25 m, 5c.
L4: ancora diritti per alcuni metri e poi in obliquo verso destra per cengette e roccette rotte fino al bordo superiore della parete. Muretto finale "boulderoso". S4, 25 m, 5a.

Discesa: dalla sosta S4  si può scendere lungo l'itinerario di salita (prima calata in obliquo un po' difficoltosa).
Calate max di 30 metri.
Per le calate consiglio di usare una sola corda da 60 metri, per fare brevi discese, per due motivi: primo si evita che le corde si incastrino e secondo si evita di smuovere possibi sassi instabili esterni alla linea di salita.

La via è stata abbastanza pulita da vegetazione e sassi instabili, ma ciò non toglie di percorrere la via con prudenza ed attenzione.




Buon divertimento e buone salite a tutti!!!

Si  ricorda  inoltre  che  l'arrampicata,  anche  se  praticata  in  un  sito  sportivo  ben  attrezzato,  comporta  sempre  un  certo  rischio. 
CHI  VI  SI  DEDICA  LO  FA  SOTTO  LA  PROPRIA  RESPONSABILITA' 
Ricordate  che  il  materiale  in  parete  non  è  eterno,  ma  soggetto  ad  usura  dovuta  all'invecchiamento  ed  alla  frequentazione.

domenica 18 marzo 2018

Trave, allenamento

-Primo esercizio:
Eseguire un esercizio combinato con trazioni e bloccaggi.
Esempio:
2 trazioni bloccaggio tutto chiuso per 5 secondi
2 trazioni bloccaggio a 90° per 5 secondi
2 trazioni bloccaggio a 120° per 5 secondi
2 trazioni sospensione per 5 secondi
Ripetere l’esercizio per 4 volte lasciando 10 minuti tra un esercizio e l’altro.
E’ possibile alternare diverse coppie di prese, partendo sempre dalle più piccole.

-Secondo esercizio:
Scegliere 4/5 coppie di prese (tacche da 2cm, 2,5cm, 3cm, svaso e una ronchia). Trazionare, partendo dalla coppia di prese più piccole, fino a non poter chiudere più una trazione.
Riposare 1,30 minuti tra una coppia di prese; al fine delle coppie di prese, riposare 5 minuti e ripetere per 3-4 volte.

-Terzo esercizio:
Scegliere 4/5 coppie di prese (tacche da 2cm, 2,5cm, 3cm, svaso e una ronchia).Trazionare, partendo dalla coppia di prese più piccole, fino a non chiudere più una trazione.
Questa volta riposare un tempo minimo tra le varie coppie di trazioni, 20/30 secondi; al fine delle coppie di prese, riposare10 minuti e rifare per due volte

Allenamento arrampicata

Allenamento braccia
Nell’arrampicata è importante l’esperienza, e la si acquisisce solo arrampicando. Gli esercizi devono essere eseguiti principalmente con lentezza, inoltre le serie non devono essere eccessive, questo per evitare l’ipetrofia muscolare.

Allenamento per mani e dita
Sospensioni di qualche secondo (da 4 a 8 secondi) sul pangullich o trave a dita distese. E’ importante mantenere le dita distese per non sollecitare eccessivamente tendini e pulegge. Manipolazione di una pallina di gomma. Aiuta a rinforzare tutta la muscolatura delle dita e della mano, quindi della prensione.

Allenamento per avambracci
Seduti con i gomiti appoggiati alle ginocchia, sollevare e abbassare un peso (manubrio) con la flessione dei polsi. Avvolgere e svolgere su un manubrio una corda con un peso legato in fondo alla corda.

Allenamento dei bicipiti e delle spalle
Piegamenti sulle braccia, con variante di aumento del carico alzando il punto di appoggio dei piedi. In questo esercizio è bene non esagerare nelle serie.Trazioni su una sbarra orizzontale con dita rivolte all’esterno e alternando le trazioni con la sbarra che arriva dietro la nuca o davanti alla fronte.

Flessioni degli avambracci con un peso (manubrio).

Note sull'allenamento
L’allenamento è personale ed ogni persona a seconda delle proprie caratteristiche pisco-fisiche deve trovare il proprio schema o programma di allenamento. Questa pagina propone alcuni esercizi che ovviamente devono e possono essere modificati a seconda delle proprie esigenze di allenamento.

E importante anche allenare con sport o esercizi complementari tutti i gruppi muscolari secondari, o comunque non fortemente sollecitati nell’arrampicata.